LA GRAMMATICA
Tutte le analisi su come le persone sorde sanno l’italiano concordano nel riscontrare problemi più o meno gravi nell’area della morfologia e della sintassi, ossia in quegli ambiti che definiscono la grammatica dell’italiano.
Anche la nostra esperienza conferma queste osservazioni: i bambini e gli adolescenti sordi che richiedono il nostro intervento non percepiscono le informazioni linguistiche veicolate dalla morfologia verbale e nominale, non comprendono il ruolo delle preposizioni e degli articoli, non capiscono i pronomi e le frasi relative e non usano questi elementi in modo appropriato nella loro produzione (per approfondire, si veda la Logogenia®).
A partire da queste osservazioni ci siamo chieste: è possibile che tutti questi elementi facciano parte veramente della lingua del bambino sordo? È possibile esporlo precocemente alla grammatica?
Gli strumenti a disposizione degli operatori sono per lo più centrati sul piano comunicativo, soprattutto con il bambino piccolo, e in integrazione possono prevedere percorsi strutturati, che mirano a spiegargli e/o a insegnargli la grammatica. Questi due approcci, tuttavia, anche se integrati, non riescono a fornire al bambino sordo tutte le informazioni necessarie per svilupparla in maniera spontanea e organica.
È possibile far sviluppare al bambino sordo la grammatica attraverso la comunicazione?
Il problema è che in questo modo è difficile offrirgli contemporaneamente e precocemente una guida specifica che gli faccia percepire proprio quegli elementi linguistici che concorrono a costruire la grammatica di una lingua. Secondo il nostro punto di vista, infatti, il bambino sordo, per quanto aiutato dal residuo uditivo, dalla protesi o dall’impianto, è immerso in un ambiente comunicativo/linguistico comunque troppo povero, in cui le informazioni rilevanti per lo sviluppo della grammatica sono spesso rarefatte e quindi poco salienti per essere veramente acquisite.
Si può ovviare alla povertà dell’ambiente comunicativo con un percorso di riflessione esplicita sulla grammatica?
La linguistica teorica ci insegna che la grammatica di una lingua non può e non deve essere appresa attraverso spiegazioni e ragionamenti espliciti. La comprensione dell’italiano, quindi, anche nel bambino sordo, dovrebbe svilupparsi grazie ad una stimolazione grammaticale appropriata non di tipo istruttivo in grado di attivare la sua naturale capacità di acquisire il linguaggio.
Anche la nostra esperienza conferma queste osservazioni: i bambini e gli adolescenti sordi che richiedono il nostro intervento non percepiscono le informazioni linguistiche veicolate dalla morfologia verbale e nominale, non comprendono il ruolo delle preposizioni e degli articoli, non capiscono i pronomi e le frasi relative e non usano questi elementi in modo appropriato nella loro produzione (per approfondire, si veda la Logogenia®).
A partire da queste osservazioni ci siamo chieste: è possibile che tutti questi elementi facciano parte veramente della lingua del bambino sordo? È possibile esporlo precocemente alla grammatica?
Gli strumenti a disposizione degli operatori sono per lo più centrati sul piano comunicativo, soprattutto con il bambino piccolo, e in integrazione possono prevedere percorsi strutturati, che mirano a spiegargli e/o a insegnargli la grammatica. Questi due approcci, tuttavia, anche se integrati, non riescono a fornire al bambino sordo tutte le informazioni necessarie per svilupparla in maniera spontanea e organica.
È possibile far sviluppare al bambino sordo la grammatica attraverso la comunicazione?
Il problema è che in questo modo è difficile offrirgli contemporaneamente e precocemente una guida specifica che gli faccia percepire proprio quegli elementi linguistici che concorrono a costruire la grammatica di una lingua. Secondo il nostro punto di vista, infatti, il bambino sordo, per quanto aiutato dal residuo uditivo, dalla protesi o dall’impianto, è immerso in un ambiente comunicativo/linguistico comunque troppo povero, in cui le informazioni rilevanti per lo sviluppo della grammatica sono spesso rarefatte e quindi poco salienti per essere veramente acquisite.
Si può ovviare alla povertà dell’ambiente comunicativo con un percorso di riflessione esplicita sulla grammatica?
La linguistica teorica ci insegna che la grammatica di una lingua non può e non deve essere appresa attraverso spiegazioni e ragionamenti espliciti. La comprensione dell’italiano, quindi, anche nel bambino sordo, dovrebbe svilupparsi grazie ad una stimolazione grammaticale appropriata non di tipo istruttivo in grado di attivare la sua naturale capacità di acquisire il linguaggio.
LA NOSTRA PROPOSTA |
La Logogenia®, partendo da queste basi, sviluppa un approccio che da un lato esclude ogni procedura di riflessione più o meno esplicita sulla grammatica e dall'altro fornisce solo e tutte le informazioni linguistiche necessarie e sufficienti al bambino sordo per sviluppare naturalmente la propria grammatica (per approfondire, si veda Applicazione individuale della Logogenia®).
Le linee guida di quest'approccio sono anche oggetto dei nostri corsi di formazione per logopedisti, insegnanti e assistenti alla comunicazione. |